Ma si chiama molokhia anche la pianta, le cui foglie amarognole – simili alla malva – vengono impiegate per la preparazione di questo piatto. E proprio la malva, così come sua “cugina”, veniva impiegata nell’antichità come blando medicinale naturale, per via delle mucillagini che le conferiscono proprietà emollienti e virtù antinfiammatorie.
Nel Magalogue Winter appena pubblicato da Valtur è Magda Perrino, customer service manager del tour operator, a parlarci di questa mitica zuppa nel brano a sua firma “Leggende del deserto”.
«Una sera sotto il cielo stellato nel deserto egiziano, ho avuto la fortuna di sedere attorno a un falò con un gruppo di beduini e uno degli anziani iniziò a raccontare la storia della molokhia, una zuppa a base di foglie simili alla malva che affonda le proprie radici nei secoli, avvolta da leggende e tradizioni. Si dice che questa zuppa fosse considerata un piatto tanto pregiato da essere servito alla corte dei faraoni, e che un re egizio guarì da una grave malattia grazie alla molokhia, preparata dalle donne con grande rispetto, seguendo tecniche tramandate di generazione in generazione. È la pietanza della cura, e dell’attesa del ritorno. Il vero segreto per una buona molokhia? Al momento della preparazione, la donna deve sospirare per ben tre volte».
150 gr di acqua
2 foglie di alloro
1 cipolla
1 cucchiaio di passata di pomodoro
sale qb
pepe qb
1 kg di foglie di molokhia (o metà dose di malva in foglie)*
5 spicchi d’aglio
semi di cumino qb
olio Evo qb
succo di 1 limone
Versare due cucchiai di olio di oliva in una padella dai bordi alti, soffriggere l’aglio e i semi di cumino.
Quando l’aglio si è dorato, aggiungere le foglie di molokhia, l’alloro, la cipolla tagliata finemente, la salsa di pomodoro, il sale, il pepe e far rosolare.
Quindi, versare l’acqua calda e lasciare cuocere per mezz’ora.
Aggiungere il succo di limone e servire.
*La polvere di molokhia realizzata con le sue foglie è comodamente reperibile a questo link su Amazon.
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